Ercole Del Rio
Teorico e problemista italiano (Guiglia, circa 1720 - circa 1800). Dopo aver compiuto
gli studi legali, e dopo aver soggiornato per un certo tempo a
Reggio, si trasferì nella capitale del ducato a Modena,
dove raggiunse la carica di consigliere di giustizia. Nel 1750
pubblicò, per i tipi di Francesco Torri e senza il nome dell'autore,
il suo unico libro: Sopra il gioco degli scacchi. Osservazioni
pratiche d'Anonimo autore modense. In esso incluse 18 aperture,
di cui 5 con tratto al Nero, e 5 aperture di gambetto di Re, definito
peraltro "giuoco
pericoloso e mal sicuro ". Nella parte II espose, in notazione,
varie "finite" di giochi, di cui le prime 12 sono
veri e propri problemi con il matto in un numero preciso di mosse;
seguono 15 finali. Aggiunse un capitolo sul valore dei pezzi,
e una dimostrazione del matto di Re, Alfiere e Cavallo contro
Re solo. Sebbene molto conciso, il libro dell'"Anonimo modenese"
esercitò una profonda influenza sui trattatisti italiani
dell'Ottocento. I'accettazione dell'arrocco libero, l'affermazione
del " passar battaglia ", rimasero dopo di lui, codificate
come vere e proprie regole della scuola italiana. I suoi precetti
sulla condotta del gioco, compendiati in una Lettera dell'Anonimo
autore modenese ad un amico , pubblicata per la prima volta nel
1763 dal Lolli nel suo grosso 2° volume, e più volte
ripubblicata nelle numerose edizioni del manuale del Colombo e nelle
"Sottigliezze" edite dal Giusti, furono considerati come non
più discutibili. Il suo libro, già divenuto raro nel primo
ventennio dell'Ottocento, fu ristampato a Milano
nel 1831 e nel 1860, e nel 1863 fu trasfuso per intero dal libraio Rossi di
Livorno nel "Manuale del gioco degli scacchi e della dama", senza
indicazione della fonte. Verso il 1800 Del Rio preparò per lo stampatore
Solini una nuova pubblicazione per la quale aveva aggiunto le recensioni delle
opere dello stesso monsignor Ponziani e l'olandese Stein, e preparato una
" Semicenturia di partiti
": ma la morte gli impedì il completamento di questa
nuova opera, di cui rimasero manoscritte alcun parti. Anche come
compositore, Del Rio occupò un posto importante, avendo
lasciato oltre cinquanta composizioni, sparse ne1 suo libro, nelle
varie edizioni del Ponziani, e nella "Semicenturia " manoscritta.
Fra le sue più note composizioni e la "finita "
n. VII, in cui presentò il noto tema della caccia.
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