Philip Stamma
Problemista e giocatore arabo del
XVIII secolo, nativo di Aleppo in Siria. Dopo varie peregrinazioni venne
in Francia. A Parigi, per assicurarsi la protezione di lord Harrington,
segretario di Stato e amatore degli scacchi, gli dedicò
nel 1737 una raccolta di finali di partita, sotto il titolo "
Essai sur le jeu des échecs ou 1'on donne quelques regles
pour le bienjouer et remporter l'avantage par des coups fins
et subtils, que l'on neut appeler les secrets de ce jeu".
Passò poi in Gran Bretagna, dove nel 1747 si batté
con Philidor ricevendo Pedone e tratto, ma uscendone sconfitto
(+1 =1 - 8). Su una scacchiera di 10 x 14 con nuovi pezzi dapprima
riuscì vincitore, ma nello spazio di due mesi Philidor
fu in grado di batterlo dandogli il vantaggio di Cavallo. Mentre
il testo francese del suo libro usciva in varie ristampe, Stamma
curò una nuova edizione inglese, mutando il titolo in
"The noble game of chess, or a New and easy method to lern
to play well in a short time " (London, 1745). In essa si
qualificò "interprete di lingue orientali di S.M.
il Re di Gran Bretagna ". e dichiarò di aver corretto
vari errori; ai cento finali "disperati " aggiunse
74 aperture. La fortuna dell'opera di Stamma fu notevole. I 100
finali furono pubblicati anche in Italia, in parte nelle Sottigliezze
degli scacchi esposte in una raccolta di 160 partiti scelti dai
migliori autori (Giusti, Milano, 1831), e per intero nel volumetto
del Wünsch (v.) e nella Miscellanea dell'Usigli. La notazione
adoperata dallo Stamma parve una novità in occidente,
sebbene avesse lontane ascendenze. I pezzi non erano indicati
con le loro iniziali, ma con lettere dell'alfabeto, partendo
dalla casa a1 (la Torre di Donna era "a"
Il Cavallo
di Donna "b" la Torre di Re "h"
ecc.). La
cattura non era indicata ma lo scacco era già indicato
con la crocetta. Questo metodo, certamente assai diverso dalle
annotazioni descrittive allora in uso in tutta Europa, trovasi
ancora adoperato verso la metà dell'Ottocento in molti
trattati, come nella III edizione del "Traité des
Amateurs".
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