ORATORIO DI SAN GIUSEPPE

La costruzione del piccolo edificio, già sede della Confraternita dei falegnami, ebbe inizio nel 1641 e fu condotta a termine entro i due anni successivi.
Negli anni dell'occupazione napoleonica la chiesa ebbe a subire consistenti spoliazioni: fort unatamente, però, l'opera più preziosa, la tela dell'altare, fu restituita dai francesi nel 1815. Attualmente l'edificio è regolarmente officiato nelle festività, rimanendo chiuso gli altri giorni. L'interno ha pianta rettangol are, circoscritta su tre lati dagli stalli in legno intagliato destinati in origine ad ospitare gli appartenenti alla congregazione. Il finto damasco rosso dipinto alle pareti conferisce all'ambiente un carattere di sontuosa ricchezza, ancora enf atizzato dalle barocche decorazioni a stucco dell'arco che inquadra la cappella dell'altare. Sulla mensa, S. Giuseppe in estasi, di Guido Cagnacci, da sempre una delle tele più celebri del pittore romagnolo, almeno a giudicare dal numero d elle copie sparse nelle chiese cittadine. Sulla volta, il quadraturista Giacomo Zaccarini ha finto, con una certa abilità, una struttura architettonica all'interno della quale, nello sfondato sul cielo aperto, Giacomo Zampa ha dipinto la "Gloria di S. Giuseppe". [Oratorio
11.1

11.1 Oratorio di San Giuseppe: la facciata


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