DUOMO O CHIESA DI SANTA CROCE

Eretto sul luogo di un'antica Pieve già esistente nel dodicesimo secolo, fu sottoposto, a partire dal Quattrocento, a rilevanti opere di rifacimento. Risale a questa epoca il portale principale, collocato nel nostro secolo sulla facciata della chie sa del Carmine. I lavori proseguirono per tutto il Cinquecento; il Seicento, poi, vide installarsi il cantiere della Cappella della Madonna del Fuoco. Nel 1841 gran parte dell'edificio fu demolita per dar luogo alla ricostruzione in forme neoclassiche, su disegno dell'architetto Giulio Zambianchi. La facciata fu risolta con un accademico pronao che reca sei gigantesche colonne corinzie in cotto. 1.1
Il campanile, fatto saltare dai tedeschi in ritirata nel 1944, è stato ricostruito nel 1970, più basso dell'originale. Diverse parti della chiesa furono lesionate nel crollo: notevoli opere di restauro ne hanno consentito il recupero. L'interno è a tre navate divise da un colonnato corinzio, con tre cappelle per lato e un vasto presbiterio. Da notare la soluzione dello strettissimo intercolumnio che, in un certo senso, isola la navata centrale da quelle laterali, dirigendo lo sg uardo di chi entra dall'ingresso principale direttamente verso l'abside, ove il pittore forlivese Pompeo Randi dipinse verso il 1875 la gigantesca scena ad affresco con "L'invenzione e il riconoscimento della Croce". Sulla facciata interna, sopra l'ingresso principale, "Eraclio trasporta la Santa Croce", altro affresco del Randi che dipinse pure, negli specchi delle navate minori, alcune"Scene della storia ecclesiastica forlivese". I quattro altari delle cappelle minori laterali sono quelli che il Casadei testimonia essere stati qui trasportati dalla soppressa chiesa di S. Domenico. Sul primo a destra, "S. Andrea Avellino muore sull'altare", tela del 1885 di L. Tagliaferri. A sinistra,"S. Giacomo e S. Domenico venerano la Sacra Famiglia", di Ignazio Stern. A sinistra dell'altare successivo, una "Sacra Famiglia" del Vangelli.
1.2 Segue la cappella del SS. Sacramento, già santuario della Madonna della Ferita, fatta costruire da Caterina Sforza nel 1490 su disegno di Pace Bombace (al di là di ogni dotta dissertazione sulla corretta grafia del nome dell'architetto forlivese, scegliamo per esso la versione corrente). La cappella fu completamente ridecorata nel 1941. Due altari minori affiancano quello principale: su quello destro,"La Vergine delle Grazie", frammento d'affresco attribuito a Guglielmo Orga ni. Sull'altare a sinistra,"La Vergine della Ferita", affresco quattrocentesco di ignoto autore, così chiamato "per un colpo di coltello datogli da barbara mano in faccia" (Casali). Notevoli i due confessionali barocchi. In fondo alla navata destra si trova l'ingresso per la cappella del Battistero, un tempo decorata dal ciclo di affreschi di Livio Agresti ("Nove Storie eucaristiche e sette Profeti") oggi in Pinacoteca. Rifatta completamente nell'ultimo sc orcio dell'Ottocento, conserva un pregevolissimo Battistero esagonale in pietra, opera datata (1504) di Tommaso Fiamberti e del suo collaboratore Giovanni Ricci.
I bassorilievi sulle sei facce rappresentano (girando in senso antiorario):" S. M ercuriale col drago, S. Giovanni Battista, S. Valeriano, Il Battesimo di Cristo, S. Elena e S. Girolamo e La decollazione del Battista". La bella base e la cornice superiore sono opere più tarde di Giacomo Bianchi da Dulcigno. Passando nella navata sinistra si incontra la seicentesca "Cappella della Madonna del Fuoco", opera dell'architetto faentino Domenico Paganelli. Riproducente, nella struttura planimetrica, la cappella del SS. Sacramento che la fronteggia, & egrave; divisa in tre navatelle, col corpo centrale coperto da una cupola ottagonale con alto tamburo. Il catino della cupola reca la celeberrima "Assunzione della Vergine" di Carlo Cignani, affresco rifinito a tempera iniziato forse nel 1686 e ter minato vent'anni dopo (nel 1706). Più volte restaurato nel corso dei secoli (vi pose mano anche Pompeo Randi), l'affresco è stato sottoposto a una generale pulitura nel 1978. Nelle nicchie inserite fra le finestre del tamburo,"I quattro Evangelisti", dello scultore bolognese Giuseppe Mazza. Di Filippo Balugani sono invece i putti in stucco dei pennacchi. Sulla faccia interna dell'arco d'ingresso, "Il miracolo della Madonna del Fuoco", affresco di Pompeo Randi. Le due cantorie laterali in marmo (disegnate da Gaetano Stegani) sostituirono, verso il 1770, quelle primitive in legno. Sulla parete destra un coevo organo della bottega veneziana dei Callìdo.
Sul pavimento a destra, sotto l'arco di sostegno della cupola, la tomba di Carlo Cignani. L'altare maggiore fu realizzato nel 1718 a Roma, a spese del cardinale Fabri zio Paulucci che fece anche eseguire la tribuna che racchiude la trecentesca e veneratissima xilografia della Madonna del Fuoco, protettrice di Forlì. La piccola ancona, di bronzo dorato e lapislazzoli, è opera del fonditore Giovann i Gardini. Il fastigio che sormonta l'altare è dello scultore Camillo Rusconi, mentre la mensa è stata rifatta su disegno di Luigi Mirri nel 1814. Sull'altare di sinistra,"La predica di S. Antonio", splendida tela di Guido Cagnacci, il pittore che, prima del Cignani, era stato incaricato di dipingere la cupola della cappella. Proseguendo nella navata sinistra, sull'altare che segue,"La nascita della Vergine", ovale di Giuseppe Marchetti. A destra,"S. Rocco" di Marco Palmezzano e, di fronte,"S. Sebastiano" di Nicolò Rondinelli. Sull'ultimo altare,"I Santi Paolo e Tommaso", tela di ignoto del Seicento proveniente da S. Domenico. 1.3
In un ambiente contiguo alla chiesa è conservato il cosiddetto Tesoro della Madonna del Fuoco, costituito da arredi e paramenti sacri e comprendente il celeberrimo "Stendardo della Madonna del Voto" dipinto nel 1688 da Felice Cignani, figlio di Carlo.

1.1 Antica veduta del Duomo
1.2 La Cupola di Pace Bombace
1.3 Statua della Madonna del Fuoco di Clemente Molli


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