Jaques Mieses

Giocatore tedesco (Lipsia, 27.2.1865 - Londra, 23.2.1954) Grande maestro. A diciassette anni, ancora studente a Berlino, vinse ii torneo cittadino. Dedicatosi dapprima alla teoria e al problema, si rivelò, fra l'altro, ottimo solutore. Nel 1888 si classificò 2° nel torneo di Norimberga, e 3° nel torneo di Lipsia; giunse di nuovo 3°, nel 1889, a Breslavia, dopo Tarrasch e Burn. Prediligeva lo spettacolare e l'ultramoderno, il che talvolta lo privò di sicure vittorie. La sua carriera fu, comunque, brillante: si ricordano, fra i tornei da lui vinti, i tornei di Vienna (1907) e di Liverpool (1923). In tutti i tornei ai quali partecipò, una sessantina circa, rivelò altissime doti: vinse una serie di premi di bellezza, e fra le sue partite famose si ricordano quelle giocate contro Janowsky (Parigi, 1900) Reggio (Montecarlo, 1903) Znosko Borovskij (Ostenda,l907), Schlechter (Vienna,1908). Non amava i canoni della scuola classica posizionale, e preferiva antiche e dinamiche aperture ( Scozzese, Viennese, il Gambetto danese) teoricamente superate, ma che nelle sue mani divenivano forti mezzi di attacco. Sostenne anche numerosi matches, ai quali era costretto dalla sua attività scacchistica, praticamente professionale, sebbene esplicasse anche servizi giornalistici. Tuttavia il suo temperamento non era adatto per questo tipo di incontri. Vinse Caro (Berlino, 1897), Taubenhaus (Glasgow, 1895), Leonhard (Londra 1905), Schlechter (Düsseldorf, 1909), Abrahms ( Londra, l946) e anche Tarrasch nel match di Berlino, 1915, (+1 =1 -0). Questi però, nell'anno successivo si prese una netta rivincita, sconfiggendo Mieses per +7 -4-2. Usci pure battuto dai matches con Lasker, Rubinstein, Spielmann Capablanca, Ahues, Pomar, Teichmann, Grob, Marshall. Fu fecondo e gradevole scrittore. Non solo curò la ottava edizione dell'Handbuch (1916-l921) e varie edizioni del "Lehrbuch di Dufresne", ma compilò tre fortunati manuali di cui uno con il promettente titolo "Come imparare presto e facilmente gli scacchi" (uscito in tedesco e tradotto poi in danese e olandese), un altro col titolo "Il pilota degli scacchi" (anch'esso con molte edizioni e traduzioni in inglese e russo), e un terzo intitolato "Brevi nozioni per apprendere il gioco degli scacchi", con numerose edizioni anche in olandese. Scrisse monografie su diverse aperture, un ottimo libro sui finali (Taschenbuch des Endspiels, Leipzig, 1915), ebbe tre edizioni e due traduzioni), raccolte di problemi (a lui si deve il sesto volume della raccolta di Dufresne) e di partite. Scrisse anche vari libri sui tornei, sempre rivelando, in tutti i suoi scritti, non comuni doti di chiarezza e di eleganza stilistica. Si interessò anche del gioco alla cieca, sul quale argomento scrisse il libro "Das Blindspielen " (Leipzig ,1918) tradotto in danese nel 1938.

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