Paolo Boi

Giocatore Italiano detto "Il Siracusano" (Siracusa,1528 - Napoli, 1598). Discendente da ottima famiglia, intelligente e vivacissimo, si diede presto agli scacchi. Ancor giovane si battè con Leonardo a Napoli con esito di paritá. Fu carissimo al Pontefice Pio V e a molti principi italiani, fra i quali , in modo particolare al Duca di Urbino, che lo tenne con sè per alcuni anni con l'onorario di trecento scudi annui. Anche egli ebbe l'onore di giocare in Spagna alla presenza di Filippo II e in Portogallo alla presenza di Re Sebastiano, ottenendo da entrambi entrate e benefici. Ai tempi della sua gioventù fu anche al servizio di Don Giovanni d'Austria, fratello del Re di Spagna: e ottenne questo incarico a mezzo di una lettera commendatizia, rilasciatagli dallo stesso Re Filippo II. Fu un uomo insofferente di quiete, e viaggiò mezzo mondo, sempre traendo dal gioco i mezzi di vita: secondo i calcoli del Carrera il Siracusano guadagnò agli scacchi oltre 30.000 scudi. Si battè perfino con i Turchi in Ungheria: gli storici non sono però su questo punto d'accordo, giacchè il Salvio narra che il Siracusano si battè con i Turchi quando, tornando dalla Spagna, fu da quelli catturato nel golfo di Lione. Come era già accaduto al Puttino il Siracusano giocò la sua libertà con il Turco che comandava i pirati, lo vinse e gli portò via anche 2000 zecchini. Dimorò per alcun tempo anche a Genova poi a Milano (o a Venezia secondo il Carrera dove si battè con un tizio che si valeva di arti occulte e che potè essre vinto solo con la recita di varie orazioni. Morí nel 1598 a Napoli, avvelenato dal suo servitore per i quattrini, secondo il Salvio; di morte naturale, per dolor di stomaco cagionato dalle fatiche della caccia, secondo il Carrera. Neppure sul luogo della sua sepoltura i due maggiori stiirici sono d'accordo; Salvio lo da seppellito a S.Luigi, e il Carrera nella Chiesa di S.Francesco da Paola in Napoli. Entrambi però concordano nel ricordare che le esequie furono sontuosissime con l'intervento di principi e cavalieri napoletani. Fu di carattere altero, di alta statura, vivace e pronto anche nel gioco, a differenza del Puttino che era piuttosto lento.

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