Alessandro Salvio

Giocatore italiano del XVII secolo. Naque a Napoli circa il 1570 e ivi morí circa il 1640. Appartenne a famiglia di buona levatura, avendo conseguito il titolo dottorale; un suo fratello, Carlo, compose anche versi, alcuni dei quali riportati nelle opere scacchistiche del Salvio. Allievo di Michele di Mauro, verso il 1595 si battè con Paolo Boi, allora già vecchio, e lo vinse. Si misurò nel 1606 a Napoli con Cascio e riuscí a sconfiggerlo. Fu un assiduo frequentatore delle accademie scacchistiche napoletane in casa Di Costanzo, Carafà e Rovito, dove talvolta si esibí in partite alla cieca. Questa prodezza fu da lui ripetuta davanti al conte di Bonavente, vicerè dal 1603 al 1610, al marchese di Corleto e al conte Francesco di Castro, figli del conte di Lemos e ambasciatore di Sua Maestà Cattolica a Roma. Nel 1604 dedicò a Fulvio di Costanzo, marchese di Corleto, il Trattato dell'inventione et arte liberale del gioco di scacchi (Napoli, Sottile 1604) cui fece seguire nel 1612 La Scaccaide una curiosa tragedia in versi nella quale descrisse l'intricata vicenda che avrebbe causato la pazzia dell'eroe Cacco donde poi l'espressione Scacco matto. Nel 1635 infine diede alle stampe un altro libro Il Puttino altramente detto il cavaliere errante, dove diede molte notizie, non tutte attendibili, sui giocatori napoletani del suo tempo. Per ciò che concerne la teoria del gioco, sebbene molte aperture da lui riportate fossero ricavate dai suoi predecessori, gli va riconosciuto il merito di averle diffuse e valorizzate. Fu sostenitore dell'arroccco libero alla napolitana.

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