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CHIESA DI S. APPOLLINARE NUOVO
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La basilica di S. Apollinare Nuovo fu eretta da Teoderico all'inizio del
secolo VI, come chiesa palatina di culto ariano intitolata a Gesù Cristo.
Nel 548 venne modificata in parte dal vescovo Agnallo che avvalendosi dell'editto di Giustiniano
la riportò al culto cattolico.
Il nome che la chiesa porta attualmente, invece, le venne dato quando, timorosi per il
pericolo di un attacco da parte dei pirati, alcuni monaci benedettini di Classe trasportarono le spoglie
del loro santo in questa chiesa.
Purtroppo l'esterno della chiesa non mostra più oggi il suo antico aspetto.
3.1
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Il quadriportico,per esempio, fu sostituito verso il XVI secolo da un porticato di marmo greco, vennero fatti ritocchi
alla facciata, ed anche l'abside subì dei cambiamenti.
Al contrario il campanile non ha subito variazioni: risalente al IX secolo è traforato da monofore,
bifore e trifore che ne alleggeriscono la massa ed il volume man mano che si innalza.
Nell'interno la chiesa è divisa da tre navate separate da colonne con capitelli in stile corinzio.
La cripta del secolo IX,
scoperta nel nostro secolo sotto il muro dell'abside primitiva, di cui
segue il tracciato, risale con ogni probabilità alla supposta traslazione
di S. Apollinare.
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Delle decorazioni absidali purtroppo non c'è più alcun resto, soltanto nella facciata interna si può
trovare la raffigurazione di un uomo , che alcuni riconoscono in Giustiniano, mentre altri in Teodorico.
I mosaici, protagonisti delle chiese ravennati, invece, sono stati conservati sia sulla parete
destra che su quella sinistra della navata.
Nella parete di sinistra, tredici pannelli a fondo d'oro rappresentano
alcuni miracoli e altri episodi dei Vangeli riferiti a Cristo, che vi è sempre effigiato come un
uomo giovane e glabro.
I pannelli devono essere letti a partire dal fondo della chiesa, anche se non sono disposti in
un ordine cronologico rigoroso.
La prima scena illustra le nozze di Cana, primo miracolo di Gesù, seguito
dalla moltiplicazione dei pani, dalla vocazione degli apostoli Pietro e Andrea e da altri due
miracoli, la guarigione dei ciechi di Gerico e il risanamento dell'emorroissa.
Di seguito sono rappresentati due episodi del Vangelo di Giovanni, il racconto della
samaritana al pozzo e la resurrezione di Lazzaro.
La serie degli episodi miracolosi è interrotta da tre pannelli raffiguranti: la parabola
del pubblicano e del fariseo, l'episodio dell'obolo della vedova e una sorta di
rappresentazione del Giudizio finale, ove Cristo attorniato da due angeli sta dividendo
un gregge ponendo alla sua destra le pecore, simbolo dei giusti, ed alla sua sinistra le capre,
simboleggianti gli e empi.
Le tre ultime scene concludono la serie dei miracoli con la guarigione del paralitico di
Cafarnao, visto mentre viene calato dal tetto nella casa dove si trova Gesù, la
liberazione dell'ossesso e la guarigione del paralitico di Bethesda, che
trasporta il proprio letto.
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3.2
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Sulla parete destra, sempre nello stesso ordine, in tredici
riquadri viene raccontata la Passione di Cristo che qui è rappresentato come un uomo
maturo e barbato.
In queste raffigurazioni si possono notare diverità stilistiche ripetto alle opere precedenti,
sia nella composizione sia nella resa pittorica.
Il racconto comincia con l'Ultima cena riproducendo fedelmente la narrazione evangelica,
segue Cristo nel Getsemani, nell'incontro con Giuda e la traduzione
davanti al Sinedrio.
Il sesto pannello mostra Gesù mentre predice che Pietro lo rinnegherà e il
successivo illustra il rinnegamento di Pietro. Ne seguono altri di uguale valore stilistico
fino agli ultimi tre che si riferiscono al prediodo successivo alle resurezzione di Cristo
raffiguranti le Marie al sepolcro, i discepoli che si dirigono verso Emmaus e da
ultimo l'apparizione del Risorto e l'incredulità di Tommaso.
Anche il registro mediano risale all'epoca teodericiana. Esso è costituito
su entrambe le pareti da alti riquadri rettangolari intercalati alle
finestre, sormontati dalle conchiglie del registro superiore. All'interno
dei riquadri figure di profeti, o di Padri della chiesa, con l'attributo
del rotolo o del libro.
3.1 S.Appollinare Nuovo: "Giudizio FInale", mosaico
3.2 S.Appollinare: "La guarigione del paralitico di Cafarnao", mosaico
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