DUE SECOLI DI STASI

L' impronta rinascimentale che Imola ricevette dalla sua Contessa sul finire del sec. XV restò per molto tempo l'ultimo fatto degno di rilievo nella storia urbanistica ed edilizia della città. Dell'assetto urbanistico ed edilizio che aveva allora la città abbiamo un documento prezioso: la PIANTA che Leonardo da Vinci ne disegnoò nel 1502. Essa prova che, entro la cinta delle mura, i tracciati delle vie erano allora, eccettuati alcuni particolari irrilevanti, quali sono oggi. Quanto allo sviluppo edilizio, vi appare notevole il numero delle zone verdi che allora vi esistevano.

Passata al governo della Chiesa, Imola visse per più di due secoli in un indifferente torpore. Nessun fervore di vita, scarsissima l'iniziativa: sì che la struttura e l'aspetto della città non cambiarono. Ciò è rispecchiato assai bene nella stasi demografica. Imola contava circa 7000 abitanti nel 1371. Dopo due secoli (1586) essi erano aumentati di appena 500 anime (7452); nei successivi 150 anni circa (1723) si ha addirittura un regresso: la popolazione scende a 6666 unità. Nei settanta anni seguenti (1797) risale e giunge a 8400 abitanti. Nel complesso, e specialmente per i secoli XVI e XVII, si ha il quadro tipico di una situazione stagnante, di scarsissima vitalità privata e pubblica.
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