PALAZZO TOZZONI

Il Palazzo Tozzoni è situato in via Garibaldi, l'antica via della Fortezza che conduceva alla ROCCA. Si chiama così dal nome del casato che lo fece costruire e lo tenne in proprietà fino al 1978, quando attraverso un lascito della nobile famiglia fiorentina dei Serristori, allla quale era pervenuto in eredità, passò alla Amministrazione comunale di Imola. E'un raro esempio di abitazione signorile giunta fino a noi, corredata di arredi e suppellettili.

[Particolare del portone]

L'edificio fu costruito nella prima metà del Settecento dall'architetto Domenico Trifogli, forse basandosi su disegni del bolognese Alfonso Torreggiani. La famiglia Tozzoni, a quel tempo possedeva già un gruppo di case in via Garibaldi, ma intese ingrandire e rendere più insigne la propria abitazione, in considerazione dell'aumentato prestigio che stava via via acquisendo nell'ambito cittadino. Di antiche origini, i Tozzoni avevano tuttavia ricevuto il titolo comitale soltanto nel 1666, potenziando da quel momento una brillante carriera di magistrati e di uomini di governo, e superando anche in ricchezza e proprietà terriere le più antiche famiglie aristocratiche imolesi.

Ciro fu il primo dei Tozzoni a diventare conte. Ottenne il titolo comprandolo dai conti Gabrielle di Bologna. Il conte Ciro ricoprì importanti incarichi presso presso il duca Alessandro Pico della Mirandola e il duca di Modena Rinaldo d'Este. Un personaggio di rilievo della famiglia Tozzoni fu il conte Giorgio Barbato, che sposò Orsola Bandini. Egli ricoprì diversi cariche nella pubblica amministrazione, ma soprattutto si dedicò al riordino dell'archivio di famiglia e della biblioteca. Fu anche numismatico e costituì una ricca raccolta di monete e di medaglie.

Simile ad altre nobili abitazioni bolognesi di stile tardo-barocco, il palazzo offre notevoli aspetti scenografici, sia nella sua struttura, sia per i già citati arredi che custodisce. Costruito su tre piani, mostra all'esterno una struttura allungata di aspetto sobrio e discretamente imponente. Nel disegno iniziale doveva essere ancora più lungo e vasto all'interno. L'austerità della facciata, varcato il portone d'ingresso, lasciava poi il posto alla ricchezza e alle decorazioni delle stanze interne. Di grande bellezza è lo scalone, ornato di statue del fiammingo Francesco Janssesns che, dal suggestivo cortile porticato, conduce al piano nobile. Qui diverse sale sono aperte al pubblico: fra le più importanti citiamo la "camera dell'alcova", in stile rococò, il "salotto rosso", con la quadreria dei ritratti raffiguranti illustri esponenti di casa Tozzoni, il "salotto del papa", così detto in onore di Benedetto XIV, papa Lambertini, imparentato con i Tozzoni in via acquisita. Notevole è pure il "salone di rappresentanza", che doveva fungere da luogo di cerimonie e solennità, celebranti i fasti familiari. Al piano terreno rivestono grande importanza, per diverse caratteristiche e motivazioni, la "biblioteca", assai ricca di volumi antichi, l"archivio" della famiglia Tozzoni e la grande "cucina", corredata di mobili rustici e stoviglierie.

Il secondo piano ospita alcune COLLEZIONI, sia di pregevole contenuto artistico-artigianale, come arredi sacri, ceramiche e cristallerie, sia testimonianze storiche di un certo gusto di vita: ricordi di viaggi, bigiotteria, cimeli familiari, livree dei domestici. Il deposito artistico di maggiore rilevanza è rappresentato dalla raccolta di quadri, circa 170 dipinti di varie epoche, a partire dal '500 fino agli inizi del nostro secolo. Per lo più appartengono ad autori bolognesi e romagnoli. Purtroppo molte opere preziose, che un tempo facevano parte del patrimonio della famiglia e che, almeno dai cataloghi, rivelano il gusto e la cultura di questo ambiente di provincia, già nell'Ottocento vennero trasferiti a Firenze nel Palazzo Serristori.


[Queen Home] [Le Citta'] [Business.it] [Web4you] [Internet]


 
Copyright © 1998/2001 Pound & Star S.r.L., tutti i diritti riservati.
[Avanti]
[Indice]
[Indietro]