PALAZZO GADDI

È un notevole esempio di dimora aristocratica, tanto più importante per noi in quanto accessibile al pubblico. Di impianto medievale, è stato profondamente rimaneggiato nel Settecento, mentre nei primi decenni del secolo successivo il gusto neoclassico vi ha lasciato tracce consistenti. È sede attualmente dei Musei del Risorgimento e del Teatro, di una sezione del Museo della Civiltà Contadina e del Liceo Musicale. Il Museo del Teatro raccoglie, in cinqu e sale al piantereno, una notevole quantità di cimeli che illustrano alcuni aspetti della storia musicale e teatrale forlivese. Una nutrita collezione di locandine documenta la vita del perduto teatro, del quale si conservano anche disegni e fotogr afie. Altre foto, cimeli e numerosi spartiti ricordano la carriera artistica del soprano forlivese Maria Farneti, interprete a suo tempo acclamata del repertorio verista. Una apposita sala raccoglie memorie di Angelo Masini (1844-1926), certamente la figu ra più importante nella storia musicale italiana cui Forlì abbia dato i natali, e numerosi oggetti ricordano Ines Fronticelli Baldelli, regina dell'operetta col nome maliardo di Lidelba.
Una saletta è dedicata a Ermete Novelli e ben due sale ai Canterini Romagnoli. Nell'androne che conduce al cortile recentemente restaurato, un portone in legno intagliato e vetri incisi immette, sulla destra, al sontuoso scalone settecentesco, dominato da una barocca raffigurazione dell'"Abbondanza", "di gessura con fare di mano del Mazza maggiore del vero"(Oretti, 1777).
[Palazzo Begli stucchi incorniciano al margine inferiore il catino della volta, entro il quale, al centro di un sott'in su architettonico, è dipinto ad affresco un"Trionfo di Zefiro e Flora" di autore non identificato. Al pianerottolo superiore, la porta d'ingresso al salone è coronata da un fastigio in stucco bianco e oro con l'insegna della famiglia. Sulla sinistra, l'ingresso al Museo del Risorgimento, ospitato in alcuni degli ambienti più pregevoli del palazzo. I soffitti delle prime tre sale furono decorati da Felice Giani nel 1818-19. Purtroppo la maggior parte dei medaglio ni con scene mitologiche originariamente inseriti nella decorazione è stata asportata per le precarie condizioni in cui versano i soffitti. Rilevanti anche le sopraporte neoclassiche a stucco bianco e oro. Attraversata la sala d'ingresso, nella quale sono esposte alcune sculture di Adolfo Wildt, si passa nella sala che raccoglie i cimeli di Piero Maroncelli, sfortunato compagno di prigionia di Silvio Pellico. Nella sala seguente, una raccolta di uniformi, d ecorazioni e oggetti diversi relativi alle imprese garibaldine. Segue un ambiente ottagonale ancora rivestito delle originarie tappezzerie di seta nel quale sono conservati i cimeli di Aurelio Saffi.
Adiacente ad esso è la minuscola e preziosa cappella gentilizia, la cui realizzazione risale al 1920. Da notare le porte ai lati dell'altare, che immettono ai vani dei confessionali attraverso due stretti passaggi. La successiva saletta raccoglie i cimeli dell' 11° Reggimento di Fanteria di Fo rlì e reca al soffitto mediocri ornati settecenteschi. Di gusto neoclassico, ma malamente ridipinti e quasi illeggibili gli affreschi della stanza seguente, dedicata alle campagne coloniali. Le ultime sale conservano testimonianze delle guerre mond iali e della Resistenza. Ritornati allo scalone è possibile visitare la sala grande, attualmente utilizzata come auditorium del Liceo Musicale.
Alle pareti, sei ritratti di componenti la famiglia Gaddi, e tre grandi tele con"Le fatiche d'Ercole", che l'Oretti assegna a un Placucci. La qualità artistica non è eccelsa, ma l'effetto decorativo è sicuramente notevole. Sul lato opposto del corso, al numero 149 è la casa Zampighi-Galletti, edificio cinquecentesco con un bel cortile con portico e loggia al primo piano.


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