PALAZZO COMUNALE

Il nucleo originario, costituito dal blocco trapezoidale con cortile (oggi Piazza Novanta Pacifici), venne edificato a partire dall'anno 1000, come fortino attorno all'antichissima torre che serviva per il controllo della Gabella e a difesa della città. Davanti al Campo dell'Abate, oggi Piazza Saffi, scorreva il fiume Acquaviva, canalizzato nel 1205. Ampliato nella seconda metà del XIV secolo fino al ponte del Pane, con l'aggiunta di una scala scoperta e rappresentativa conclusa con una monumentale loggia. Venne allora coperto il canale e nel 1459, per opera di un costruttore modenese, venne ampliato facendo avanzare la facciata verso la piazza, con l'inglobamento del canale e di buona parte del ponte del Pane.

[Palazzo


Divenne allora sede della Comunità e del Potere Centrale, della Signoria e dei Governatori. Nel 1654 il palazzo venne ampliato fin verso via delle Torri. Nel 1757, su incarico delle autorità comunali, Antonio Galli Bibiena progettò lo scalone principale e la sala di rappresentanza. Tornato dai soggiorni a Vienna e in Ungheria, questo architetto bolognese anche scenografo e quadraturista, terminò i lavori attorno al 1765. Nel 1802 venne sopraelevata l'ala destra, attigua a via delle Torri. Il disegno dell'attuale facciata, opera di Gottardo Perseguiti e Giovanni Bertoni, risale al periodo nel quale fu legato pontificio il cardinale Sanseverino (1812-1826).
Nella parte posteriore dell'edificio, nella piazzetta detta "della Misura", si trova l'elegante loggetta quattrocentesca riportata alla luce nel 1929 durante lavori di ristrutturazione. Le modifiche ottocentesche ed i restauri dell'inizio '900 hanno quasi totalmente cancellato le tracce del complesso antico: restano, sotto il portico, solo i peducci di marmo corrispondenti alle colonne scomparse, su tre dei quali si possono ancora leggere gli stemmi degli Ordelaffi, dei Manfredi e dei Rangoni. L'interno conserva alcune interessanti opere pittoriche, come "Supplici Argive" di Girolamo Reggiani e "Leena si morde la lingua" di Paolo Agelli, conservate nel primo salone a sinistra sul ballatoio detto dei Donzelli o degli Angeli.
La sala del Consiglio Comunale (o Sala dei Fasti), progettata dal Bibiena, conserva affreschi in "trompe-l'oeil" progettati dal Bibiena stesso e in gran parte realizzati dall'allievo forlivese Giuseppe Marchetti. Gli attuali uffici del Sindaco conservano invece affreschi di Felice Giani, mentre negli uffici della Ragioneria rimangono parti di affreschi di Francesco Menzocchi, eseguiti nel 1563.


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