PALAZZO PAULUCCI DE CALBOLI

Esempio particolarmente significativo dell'arte neoclassica, il palazzo sorse nei primi anni del Settecento, al tempo del Cardinale Fabrizio Paulucci (1651-1726), che nel 1722 trasmise le proprie sostanze e il proprio titolo al nipote Cosimo Merlini.
Nata dall'accorpamento di vari edifici preesistenti, questa costruzione riunisce infatti le antiche case Paulucci, Mangelli e Augustini, i cui stemmi sono ancor oggi conservati in alcuni capitelli. Dall'androne tangente al cortile si accede al luminoso salone, piuttosto inconsueto per Forlì, a rampe parallele, completato nel 1780 da Giuseppe Signorini di Fermo, che realizzò anche i balaustri e i gradini. [Palazzo
Entro due vaste aperture delle pareti laterali sono collocati i gruppi statuari di "Eracle con Cerbero" e "Teseo con Minotauro". Dal piano di riposo si passa all'oratorio interno di forma ellittica, con volta a ombrello sorretta da otto colonne. L'edificio sacro è ornato da raffinati stucchi dorati, mentre una galleria a doppio volume decorata da Serafino Barozzi nel 1780 è andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Appartenuto sempre alla famiglia Paulucci de Calboli, anche il palazzo di Via Maroncelli n.19, acquisito verso la metà dell'Ottocento dai conti dall'Aste.


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