PINACOTECA

Prima sala:


Salendo lo scalone monumentale, opera di Raimondo Compagnini (1778), si raggiunge l'ingresso della Pinacoteca. Nel salone principale spicca la celebre "Ebe" di Canova, l'aerea ancella scolpita nel 1816-17 su commissione della contessa Veronica Guarini, che poi la lasciò alla città.
Da sinistra, "S.Sebastiano" di Francesco Albani (1636) e "S.Pietro" di Andrea Sacchi (1631). A fianco "La Vergine col Bambino e S. Francesco di Sales", capolavoro di Carlo Maratta del 1691. Poi "S.Romualdo" di Filippo Pasquali e "Vergine con S.Filippo Neri" di Carlo e Felice Cignani (1715), trasportata quest'utlima dalla chiesa di S.Filippo in Pinacoteca nel 1893.
Infine "S.Francesco d'Assisi in preghiera" di Felice Andrea Bondi, opera di fine'600 proveniente dalla chiesa delle monache cappuccine. Alcune opere scultoree si trovano in fondo alle scale, come l'"Urna del Beato Marcolino Amanni" di Antonio e Bernardo Rossellino del 1457, tratta dal S. Domenico. A fianco un busto ritenuto il ritratto di Pino III Ordelaffi, un tempo attribuito al Pollaiolo e oggi a Francesco di Simone Ferruccio. Sulla parete una lunetta di Tommaso Fiamberti.
Proseguendo nella visita della prima sala, si incontrano "S.Anna e S.Gioacchino col Padre Eterno in gloria" di Cristoforo Serra e le due celebri tele di Guido Cagnacci raffiguranti "La Gloria di S.Valeriano" e "La Gloria di S.mercuriale", un tempo collocate nella cappella della Madonna del Fuoco in Duomo. Poi un "San Giovanni Battista" e un' "Annunciazione" del Guercino (1654), "Vergine con S.Domenico e S.Rosa" di Benedetto Gennari (fine '600) e una "Crocifissione" di autore ignoto.

Seconda sala:


A sinistra della sala d'entrata, la seconda sala ospita opere varie, fra cui la "Deposizione dalla Croce" di Livio Agresti, "S.Paolo che detta precetti a due Vescovi e Cristo in Croce con S. Rocco, S. Bernardino e Angeli" di Francesco Menzocchi, "S. Pietro Martire" del Domenichino e "Fiasca con fiori" (foto 3), attribuita a Guido Cagnacci (1640 circa).

ALA DESTRA DEL MUSEO

Prima sala:


Contiene importanti opere di Marco Palmezzano, come "La comunione degli Apostoli" (1506), la grande "Annunciazione" del Carmine, alla cui realizzazione alcuni pensano abbia preso parte anche Melozzo, e la piccola "Annunciazione", un tempo in San Pellegrino. Seguono altre importanti opere di Baldassarre Carrari, il Francia, Francesco Zaganelli.
Poi alcuni affreschi staccati provenienti da diversi luoghi della città, di Palmezzano e Livio Agresti. Al centro il "Sarcofago del Beato Giacomo Salamoni", fatto eseguire dal governo veneziano nel 1340 per essere collocato nella chiesa di San Domenico.

Seconda sala:


Nelle salette attigue si trovano opere di piccole dimensioni raccolte in modo piuttosto disomogeneo. Interessante il "Ritratto di Buonamente Agresti" (1670-75) attribuito a Jakob Ferdinand Volt, l'autoritratto di Carlo Cignani e un "S. Antonio" du Guido Cagnacci, oltre al "Ritratto di Giuseppe Santarelli" realizzato da Pompeo Batoni nel 1779.

Terza sala:


Infine opere di notevole imporanza sono raccolte in quest'ultima saletta, contenente "Madonna col bambino e S. Francesco" di Lorenzo Costa, "Ritratto di donna" di Lorenzo Di Credi, un tempo ritenuto il ritratto giovanile di Caterina Sforza,"Natività" e "Preghiera nell'orto" del Beato Angelico, oltre ad alcune tavolette di scuola bizantina del primo trecento. Due arazzi rappresentanti la "Crocifissione" provenienti dalle mani fatture fiamminghe di Bruxelles (fine '400) si trovano invece sulla parete di fondo, dove si incontra infine il celeberrimo "Pestapepe" , affresco staccato dalla facciata del fondaco del provveditore di spezierie di Girolamo Riario (nell'attuale corso Diaz), che la tradizione vuole attribuito a Melozzo. La critica d'arte (Roberto Longhi in particolare) ha invece collocato quest'opera all'interno della produzione artistica del ferrarese Francesco Del Cossa.


 Copyright © 1998/2001 Pound & Star S.r.L., tutti i diritti riservati.

[Avanti]
[Indice]
[Indietro]