CHIESA DI SAN MERCURIALE: INTERNO

L'interno della chiesa a pianta basilicale è costituito da tre navate divise da pilastri e colonne in laterizio. Lo slancio che caratterizza la navata centrale è dovuto in gran parte all'invenzione del pavimento sensibilmente inclinato verso l'abside.
Ad esso si contrapponeva, a circa cinque metri di altezza, quello del presbiterio originale, inclinato in senso opposto, come un palcoscenico verso la platea. La navata centrale è coperta da un soffitto a capriate (in gran parte ricostruito a seguito dei danni subiti dalla chiesa durante l'ultima guerra), mentre il prolungamento dell'abside è voltato a botte.
All'inizio della navata destra si trova l'elegante opera di Simone Ferrucci da Fiesole: "Il monumento funebre a Barbara Manfredi", figlia di Astorgio II e moglie di Pino III Ordelaffi, morta a 22 anni nel1466.
Collocata nella chiesa di S.Biagio, l'opera venne restaurata e portata in S.Mercuriale dopo la distruzione della chiesa sotto i bombardamenti del 1944. Il disegno e la finezza delle decorazioni in rilievo, ne fanno una delle opere più significative del patrimonio rinascimentale forlivese.
Segue sulla parete un ovale di Giacomo Zampa, raffigurante "S.Mercuriale". Frammenti di affreschi della scuola di Palmezzano, rinvenuti durante i restauri del 1913, sono visibili lungo la navata. Proseguendo, si incontra l'unica cappella superstite della navata destra che contiene, nella cornice originale, la "Madonna con bambino e i Santi Caterina e Giovanni Evangelista" di Marco Palmezzano (tavola firmata).
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13.4
In fondo alla navata si trova la cappella di S.Mercuriale, dedicata un tempo ai SS.Simeone e Giuda, e assegnata poi nel 1598 a Girolamo Mercuriali che ne curò la decorazione trasformandola in cappella di famiglia. Rivestita da marmi policromi di provenienza antica, la cappella conserva un notevole apparato di stucchi, con quattro pregevoli figure di profeti racchiuse in nicchie ai lati dell'altare.
Sulle pareti del presbiterio, ai lati dell'altare moderno, sono poste alcune tele che decoravano le cappelle distrutte.
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A sinistra "Madonna col Bambino che scherza con S.Giovannino e Santi", attribuita a Francesco Menzocchi, e l'Assunzione della Vergine di Rutilio Manetti. Seguono "La visitazione di Maria" di Baldassarre Carrari e "Tre santi" di Benedetto Gennari. Sul fondo, splendido coro di legno intagliato, firmato nel decimo sedile superiore a sinistra da Alessandro Begni da Bergamo e datato, nel corrispondente a destra, 1535.
All'inizio della navata sinistra, accanto alla sacrestia, una porta accede all'ampia cappella del SS.Sacramento, riccamente ornata con stucchi barocchi e contenente oggi molte opere tratte dalle distrutte cappelle. Di notevole pregio è poi il portale in pietra d'Istria che da accesso alla cappella dei Ferri, scolpito nel 1536 da Giacomo Bianchi da Dulcigno con candelabre e figure allegoriche. L'interno, dovuto a Cristoforo Bezzi, è stato più volte rimaneggiato.
Sull'altare è posta la tavola di Palmezzano raffigurante "L'eterno in gloria con l'Immacolata e i Santi Mercuriale, Ruffillo e Stefano".
Lungo tutta la parete della navata sono poi visibili numerosi affreschi, strappati dall'attiguo chiostro, rappresentanti scene della vita di S.Giovanni Gualberto, in parte attribuiti a Livio Modigliani.

13.4 Chiesa di San Mercuriale: Cappella dei Ferri
13.5 Chiesa di San Mercuriale: interno


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