FONTANA MASINI

La prima notizia relativa a una fontana in piazza risale al 1452 quando Novello Malatesta ne ordinò la costruzione, da finanziare con una parte dei fondi destinati alle mura.
Nella seconda metà del Cinquecento il palermitano Tomaso Laureti, chiamato da Bologna, avviò i lavori di ampliamento dell'acquedotto al termine dei quali (1589) Francesco Masini progettò e diresse l'adornamento della nuova fontana, già attivata nel 1591. Realizzato in pietra d'Istria, il monumento si eleva con tre gradini sul livello della piazza. La vasca polilobata è ornata da mascheroni, cartigli, figure in rilevo e tarsie di marmi policromi. Al centro, un tozzo pilastro regge due catini sovrapposti. Ciascun prospetto è decorato da una coppia di lesene scanalate che reggono un timpano curvilineo fratto all'interno dei quale è inserito uno stemma araldico. Quello del lato nord appartiene a papa Sisto V ed è sovrapposto all'insegna della città. All'interno della composizione architettonica, un mascherone getta acqua in un catino semicircolare sul quale poggia una coppia di attorti delfini. Agli angoli, quattro erme a voluta sormontate da tritoni che gettano acqua soffiando in una tromba marina. Una pigna alla sommità corona la complessa macchina decorativa. Più vicina a certa produzione cinquecentesca nel campo dell'ornatistica, anche editoriale, la fontana si distacca notevolmente da esempi coevi. [Fontana
3.1
Si pensi al Nettuno bolognese e tradisce, col suo igrovigliarsi di minuti motivi ornamentali, la maggior propensione del Masini al disegno piuttosto che all'architettura.
Il monumento, protetto fino al 1925 da una cancellata, fu soggetto nei secoli a numerosi interventi di sostituzione e integrazione delle parti deteriorate. Un recente e discusso restauro (1985) ha rimosso ogni aggiunta, riportando in luce i valori cromatici originali.

3.1 La Fontana Masini dopo il restauro del 1985


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